Pensiero (dai) social
Sto leggendo, anzi rileggendo, l’Antigone di Sofocle a mio parere sempre attuale.
Il tema è arcinoto, l’eterno contrasto tra l’autorità di Creonte, che impone la sovranità della legge (la legittimità del diritto positivo), e Antigone che trasgredisce perché ritiene l’editto di Creonte ingiusto.
Sofocle ci fa capire che ognuno ha ragione. Ma i due personaggi perdono entrambi.
Perché? Semplice: Creonte deve imporre il rispetto della legge dello Stato, (per la stessa ragione per cui in epoca successiva si dirà “dura lex sed lex”) per esprimere la necessità di rispettare le leggi a beneficio della comunità. Antigone fa prevalere la pietas, rappresenta la coscienza.
Antigone è il cittadino che si ribella, che sente la legge non rispettosa dei suoi diritti. E a questo punto…, solo a pensare alla parola giustizia, ritorno al punto di partenza, ovvero che è un concetto relativo.
Si dice “giustizia è fatta” quando si applica ciò che la legge prescrive. Ma capita a volte di pensare che alcune leggi siano ingiuste, non rispettose delle esigenze della comunità.
Ho semplificato molto e ne sono consapevole, ma stasera mi sono divertita a capire che la tragedia di Sofocle finisce nell’unico modo intelligente ed ancora attuale, i due personaggi mantengono posizioni diverse, corrono su binari paralleli.
Signore e Signori buonanotte…Cosa sarebbe la vita senza un buon libro, senza della buona musica, senza un’ opera d’arte ,senza la POESIA…!!!
Lettera al giornale (Infocittà – Bollettino di informazione a cura dell’amministrazione comunale di Terranova da Sibari)
Anno II – Numero 5 (Maggio 2002)
“Anche una comunità ha l’obbligo di ritrovare al suo interno delle risposte ed offrirle. Ed il modo migliore è quello di lavorare ad un comune obiettivo: la valorizzazione delle risorse del territorio, che deve essere vissuto come l’humus capace di offrire di più quando chi vi abita riesce ad investire su di esso.
E’ un invito che rivolgo a tutti. Uscire da un pigro isolamento ed interagire prendendo parte ad aggregazioni eterogenee di intellettuali, artisti di disparate età, per creare un uditorio ampio in cui ciascuno sia disposto a fruire delle idee dell’altro o dell’iniziative dell’altro in un confronto dialettico, che se riesce ad imporsi come non episodico, non frusterà la necessità fondamentale della comunità che è quella di crescere nelle opportunità che deve poter offrire ai suoi membri ed essi devono essere propositivi e presenti, consapevoli di spendere le proprie energie nel realizzare un percorso comune di crescita.
Salviamoci da una necrosi della comunicazione generata da una diffusa sfiducia nel poter modificare l’ambito territoriale dove si vive o/e si lavora.
Auspico un entusiasmo che desti molti, da un sopore intellettuale che col tempo disperde le energie migliori e auspico la reviviscenza di uno spirito di collaborazione.