Questa collana di poesia contemporanea, che ospita importanti poeti italiani e stranieri, rappresenta, a giudizio di autorevoli critici letterari, di enti e di istituzioni culturali, un punto fermo nel panorama poetico italiano.
Gli autori che vi sono ospitati sono frutto di una attenta selezione editoriale operata sempre nell’ottica del confronto dialettico e della crescita.
All’alba di un nuovo millennio, mentre stendiamo il velo dell’abbandono su un secolo di caos politico e sociale, in cui la poesia ha sviluppato un percorso complesso e contraddittorio, ma sempre in linea con il progresso, ci si aspetta, da ogni poeta, un forte impegno umano e civile tale da lasciare una traccia significativa nella letteratura contemporanea.
Questa collezione, che costituisce uno splendido mosaico umanistico, rappresenta la tramatura ideale per raggiungere gli obbiettivi di civiltà e libertà propri di ogni componimento poetico.
La poesia ha bisogno, nei suoi limiti etici ed estetici, di comunicare con gli altri, di parlare alla gente, per questo deve uscire dalle accademie, dalle aristocrazie letterarie, dalle velleità mondane, per recuperare quella identità forte che da sempre costituisce l’esempio dignitoso e più alto di qualsiasi altra forma espressiva dell’arte.

Weruska Costa è nata nel 1975 a Cosenza. Libera moralista, democratica e giusta, introspettiva e sensibile, insofferente alle regole ed eclettica, risiede a Nerviano (MI).

Recensioni

La lettura di questo libretto “Giochi d’Anima” di cui è autrice una persona che scopro, con meraviglia e piacevole stupore, poetessa piena di una dirompente forza creatrice di un travolgente calore umano, di sentimenti, sensazioni, ispirazioni che trascinano e lasciano quasi senza respiro, mi ha riportato a percorrere itinerari persi nel tempo.

Non ho le capacità per condurre un’analisi stilistica di “Giochi d’Anima” ma, se anche le avessi queste capacità, non avrei voglia di farlo.
Mentre scorro rigo dopo rigo le poesie di Weruska, la mente mi riporta ad immagini famigliari del passato nel quale la poetessa, poco più di una fanciulla agli albori della sua giovinezza, era impegnata, insieme ad altri ragazzi dei mio clan scout, ad inerpicarsi per impervi sentieri su tanti itinerari persi tra le splendide montagne della nostra Calabria.
Weruska già allora mostrava delle particolari doti di carattere che la rendevano particolarmente amabile sia ai capi scout, sia agli altri giovani del gruppo.
Lungo quei faticosi itinerari annullava in modo prodigioso la fatica in un anelito di scoperta del mondo e delle cose. Mi rendevo perfettamente conto che per lei il piacere di quella vita avventurosa, la curiosità dei panorami delle serate trascorse ai fuochi di bivacco, non le lasciava il tempo per sentire la fatica. Un’energia positiva e trascinante promanava dai sui gesti, dai sui occhi e dal suo sorriso. Weruska però in tutto questo suo coinvolgersi nell’avventura, pur divenendo essa stessa un elemento di armonia naturale, non perdeva di vista il microcosmo umano che la circondava.
La sua energia l’avrebbe condotta a superare per prima i pendii più scoscesi, a raggiungere per prima l’agognata meta, ma lei non lo faceva.
Sapeva trattenersi, sapeva volgere lo sguardo indietro e tornare a mettersi al passo del più lento. Ed io ho sempre saputo, che questo atteggiamento non era di maniera, ma da lei tenuto in modo del tutto naturale e consono al suo carattere!

Che c’entra questo rimembrare di vecchio capo scout con le poesie di Weruska?
Il fatto è che le sue poesie mi hanno riportato proprio a quei sentieri e a quelle splendide ed ingenue avventure, alle sensazioni e considerazioni di quel tempo. In queste sue righe così armoniose ed eleganti, ma anche così sofferte a volta, ho avvertito la stessa forza trascinante, lo stesso amabile e fiero carattere della giovane scolta. E’ proprio vero che il carattere, sebbene possa nel tempo essere limato e in parte forse essere modificato, non perde mai la sua essenza primigenia.

A pagina 50 del libro “Giochi d’Anima”, trovo la conferma di questa prorompente energia.
E’ bene leggerla questa poesia: “L’ispirazione”. ”L’impulso ideativo, un fiotto di sangue con l’energia di una creazione artistica.
Afferrare con tenacia le proprie idee che gorgogliano e fidarsi che sono quelle giuste”. Così dice Weruska, ed io la vedo lanciata lungo l’avventura esaltante di una poetica che ha il senso stesso della vita. Ma non si perde nella vuota fantasia di un poetare che appaghi solo se stessa.
Conclude infatti “Ti tiranneggiano finché non sono espresse (le idee). Poi giacciono, in attesa che altre intelligenze le vivifichino”.
E qui ritorna il suo volgersi indietro, il suo senso di comunione, il suo anelito a camminare insieme agli altri, la speranza che le energie che da lei si irradiano coinvolgano gli altri per esserne vivificate e trovare giustificazione e compimento. Avverto qui la sua esigenza di trascinare nel mondo della poesia tutto il resto dell’ umanità. Qui per me è il fulcro profondo della poetica di Weruska: un anelito profondo a trasmettere la sua vita, la sua solidarietà, i sentimenti del suo cuore, i pensieri della sua mente a noi tutti, a quell’umanità che a volte sente sfuggente e che nella vita reale sembra correre troppo per essere, realmente coinvolta dal suo amore.

A pag 16 trovo ulteriore conferma di questo aspetto della tua poetica. “Rapporti Umani” si titola questa volta la tua poesia. La cadenza dei versi il dolce scorrere della poesia mi comunica da una parte il senso doloroso dell’ esistenza vissuta senza calore umano, la tristezza per quei ” Troppi solo di passaggio e pochi per sempre“. Ma anche la meraviglia, la gioia lo stupore vitale per quei “Tanti che affolleranno la tela con le loro emozioni”.
Qui la poesia è veramente universale.

Sento qui l’esigenza di rivolgermi al poeta in prima persona:

E’ indubbio, che i poeti, e tu sei un vero poeta Weruska, trasmettono ciò che di più universale concepisce il loro cuore e nutre la loro intelligenza. Tu sai perciò anche trasmettere il senso del dolore, delle disperazioni che ognuno di noi navigando in un mondo che a volte perde i giusti contorni e che trasmette i disvalori di un società troppe volte poco umana, accumula e si porta dentro.

A pag 19 leggo e rileggo “Notte”. Come hai saputo in poche righe darci un’immagine così viva e disperata di un cuore sofferente. Tutti gli artisti veri soffrono, perché più sensibili. Forse uno dei valori della loro arte sta proprio nel trasmettere oltre che la gioia vera, anche il senso più autentico della sofferenza.
Ancora leggo a pag. 41: “La tristezza” ed avverto quanto coinvolgente e profonda sia la tua poesia.

Ed ancora potrei citare altri brani di questo libretto così pregno di valore poetico, ma forse mi ripeterei. Voglio però esprimere in modo chiaro il senso di gioia per la nascita consapevole di una poetessa che alimenta la propria arte all’essenza della nostra terra, con tutti i suoi contrasti ed i suoi valori. Sono sicuro che l’universalità della sua poesia sopra farsi spazio nel mondo e trovare in modo ampiamente riconosciuto i consensi che merita. La nostra Weruska dovrà percorrere fino in fondo questi nuovi sentieri dell’arte, come quando era una giovane scolta.
Ella saprà conservare la freschezza del suo sentire, la forza di valori saldi che metteranno la sua arte al servizio della crescita vera dell’ uomo.

Questa è la mia certezza ed il mio sentito augurio ed incoraggiamento per Weruska Costa.

Prof. Giuseppe Chidichimo
Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche
Università della Calabria

Una meta sognata e una amara riflessione nelle poesie di Costa.

La silloge, dal titolo: “Giochi d’anima”, di Weruska Costa racchiude graziosissime liriche, soffuse di freschezza e di sensibilità.
Le brevi strofe si snodano con facile armonia ritmica, ma anche con riflessioni, a volte ironiche e scherzose, che discoprono l’eterna conflittualità degli uomini imprigionati nei loro aneliti, ma impotenti dinanzi alla cruda realtà delle cose. E anche il disamore, il ricordo di ciò che è stato, e la stessa indifferenza dell’altro, sono constatazioni della solitudine, momenti universali che attanagliano l’umanità. Non è difficile, perciò, ricavare profondi significati da questa incomunicabilità che regna sovrana nel cuore dell’uomo. Ma fanno giustizia all’Autrice i sogni, il suo raccontare storie che non si ripetono, che suscitano delicati e profondi pensieri, l’essenza vera di generose virtù che sono, invece, dentro di noi, e di cui spesso non ci accorgiamo.
Allora, impeti di ribellione scuotono il cuore della poetessa, che si libra a volo nell’aria per raggiungere le stelle, il sogno, pazza di effluvi di sole e di libertà. Le digressioni morali, il suo razionalismo, la mutevolezza dell’umore sono attutiti da versi morbidi, da un discorso dialogico, che induce alla riflessione; un discorso sul filo della memoria, fatto di pochi versi ellittici, mutevoli nella mutevolezza delle cose, dove passato e presente si incontrano in sbalzi tonali, sincopi grammaticali e sintattiche, bizzarrie strutturali del verso, con accorate riflessioni e metafore: “In un gioco sottile/complici nelle distanze:indifferenti./ La fatica di non amarsi…” – poiché anche l’amore, in sostanza, diviene un carosello di amarezze e di miseri compianti, nell’effimero trionfo dell’egoismo. (Pag. 26 “Soli, insieme”)
E lo stesso tono eccentrico della poetessa, non è altro che un risentito orgoglio di elevatezza, mai disperatamente volgare: “Quando butti via il superfluo/e ricordi le promesse non mantenute:/allora cresci./ Le tue credenze sono lappole di stagione”. (Pag. 27 “Crescere”)
E in altri versi, ci vien rappresentato un chiaroscuro del sentimento, nell’anelito di un ritorno, in un contrasto sapiente e misurato:
“Un po’ meno di me/per te, un po’ meno per me e per te/ma per loro./ Giochi d’anima / i miei voli pindarici./ Ma il meno di te per me ?”. (Pag. 14 “Giochi d’anima”)
Versi, come si vede, curiosi, ma pittoreschi, che dipingono la profondità dell’io, che rendono graditi quei suoi tocchi poetici, dietro piccoli e grandi emozioni.
Una nota, in quarta di copertina, così recita:”La poesia ha bisogno nei suoi limiti etici ed estetici, di comunicare con gli altri, di parlare alla gente, per questo deve uscire dalle accademie, dalle aristocrazie letterarie, dalle velleità mondane, per recuperare quella identità forte che da sempre costituisce l’esempio più dignitoso e più alto di qualsiasi altra forma espressiva dell’arte.

Ebbene per tutto ciò, Weruska Costa ha saputo trarre ragione di meditazione profonda e di umanissima intesa, nel senso cosmico di una umanità:” … Tanti, con i loro sguardi/affolleranno la tela,/con le loro emozioni./ Troppi solo di passaggio/pochi per sempre. (Pag. 16 “Rapporti umani”)

Prof. Pino Veltri

Estratti da: “La Gazzetta del Sud” e “Il Domani”.

Weruska Costa

Nasce a Cosenza il 20 febbraio 1975. Scrive poesie dall’età di sei anni, si nutre di emozioni e di vita, studia.

Vive a Rende, nel centro storico, fino all’età di diciannove anni, frequenta il liceo B. Telesio di Rende e si trasferisce a Messina per studiare Giurisprudenza. Nel 2000 pubblica Giochi d’anima con la casa editrice Eli, presenta il libro a Terranova da Sibari dove nascono relazioni sociali culturali che permangono nel tempo. Le poesie e le relazioni sociali le consentono di partecipare a cenacoli ed incontri culturali in tutta Italia, in special modo a Roma.

Con ii trasferimento a Milano inizia l’attività imprenditoriale e di marketing.

Vive a Nerviano (MI)